IL MONDO CONTRO di Jacopo Olivieri è nato da Ce l’hai una storia?, un contest per ragazzi e ragazze sotto i 18 anni per selezionare la migliore idea narrativa per un libro. Martina Gerenich, vincitrice della seconda edizione, è stata premiata da una giuria di esperti, e il 3 settembre la sua storia sarà in libreria. Abbiamo intervistato l’autore per scoprire qualcosa di più!
IL MONDO CONTRO nasce da un’idea di Martina Gerenich: com’è stato prendere quest’idea e trasformarla in un romanzo?
È sempre stimolante doversi impegnare sull’idea di qualcun altro, perché si crea una specie di gara tra la propria immaginazione e la necessità di restare fedeli al soggetto di base. Nei casi fortunati, ne nasce una specie di cortocircuito creativo che genera cose inaspettate, sviluppi di trama che altrimenti io non avrei mai inventato, motivo per cui ringrazio Martina per avermene dato l’occasione. Ed estendo anche a Chiara Pullici di Mondadori e a Barbara Gozzi e Alessandro Gatti di Book on a Tree, che hanno contribuito in dosi tutt’altro che indifferenti all’ispirazione iniziale del romanzo!
Quella di Sara è una battaglia per salvare un angolo verde, per lei molto speciale, dall’ennesima colata di cemento. Non si tratta solo di salvare delle piante, ma anche di salvare un luogo legato a molti ricordi. Hai anche tu un luogo così, a cui ti senti particolarmente legato?
Forse di più un tempo, da ragazzo. Credo che man mano che si cresce, anche la concezione degli spazi cambi con noi. Per me di sicuro è così. Adesso i miei luoghi favoriti sono soprattutto interni, mentali. Ricordi più o meno intensi o addirittura luoghi immaginari. Quanto all’esterno, sono più attratto da posti sempre nuovi. L’idea stessa di viaggiare, quando mi è possibile, con l’aspettativa di farmi colpire da luoghi che prima non conoscevo: è questa la mia “comfort zone”.
Qual è il tuo rapporto con il verde e la natura? Anche tu, come Sara, trovi pace e serenità in quel contesto?
Assolutamente sì! Vagare senza meta per boschi, campi e grotte ha sempre un effetto rilassante su di me, oltre a stimolare la curiosità sul mondo naturale che ha sempre fatto parte di me. Fin da piccolo potevo stare immobile delle ore a osservare le salamandre in uno stagno. Anche se devo dire che mi piacciono molto anche i contesti urbani. Amo gironzolare a casaccio per le città, nella mia e in quelle che mi ritrovo a visitare. E non parlo solo di visitare piazze, monumenti e musei. Mi piace ficcare il naso anche nei posti che ne Il mondo contro descrivo come squallidi, se non addirittura minacciosi. Un edificio fatiscente, una struttura abbandonata, un cantiere aperto sono per me un richiamo irresistibile… Oltre che una fonte di ispirazione!
Sara vive nel futuro, e questo rende la tecnologia a sua disposizione più avanzata rispetto a quella a cui siamo abituati: hai dato sfogo alla tua fantasia, divertendoti a immaginare “il domani”, o ti sei ispirato a strumenti e programmi che già utilizziamo, magari sviluppandoli in modo creativo?
Un po’ entrambe le cose. Fin da ragazzino ho sempre amato la fantascienza in tutte le sue declinazioni. L’occasione di fare mie certe trovate tipiche del genere in voga negli anni ’90, il cyberpunk, è stata irresistibile. Tanto più che, essendo il mondo di Sara di pochissimi anni più avanti rispetto al presente, la sfida da affrontare era molto “delicata”. Si trattava di essere futuribili, ma al contempo restare credibili. Infatti, con l’unica eccezione dello psy-pod, l’unico ritrovato tecnologico assolutamente inventato (e abbastanza improbabile, almeno per ora), ogni altra innovazione presente nel libro o è l’evoluzione di congegni già esistenti, o addirittura già c’è. Magari solo come prototipo, ma esiste.
Dev’essere stato interessantissimo!
Addirittura, a volte mentre scrivevo mi è capitato di immaginare certe invenzioni che sarebbero state perfette per una data scena, e di andare subito a verificare per scoprire che sì, in effetti c’erano. O almeno, c’era chi le stava teorizzando per davvero. L’importante in questo caso è stato creare un futuro prossimo che a orecchio fosse più “avanti”, ma che restasse riconoscibile ai lettori. Cambiano gli strumenti, ma non l’uso che se ne fa. Ovviamente la fantasia c’è eccome, soprattutto nel dare nomi “fashion” agli apparecchi (e alle app); ma soprattutto nel supporre quali potrebbero essere il loro aspetto e l’impiego nel quotidiano a venire.
Quale messaggio vorresti arrivasse ai lettori de IL MONDO CONTRO?
Non certo un messaggio “morale”. Il bene e il male assoluti sono solo concetti. Il libro è volutamente ambiguo nel trattare certi temi, che cambiano a seconda di come vengono vissuti dalla protagonista. Invece, come prima cosa vorrei che arrivasse il messaggio ecologico, visto che mai come adesso la tutela dell’ambiente è di importanza cruciale. Ormai, ci piaccia o no ammetterlo, ci troviamo in uno stato di emergenza planetaria.
E poi c’ il rapporto uomo-tecnologia.
Certo! L’altra cosa, che nel romanzo è trattata in maniera più esplicita (almeno spero!) è guardarsi dall’uso smodato non tanto della tecnologia in quanto tale, ma della sua parte più seducente, quella ludica. Che è poi quella che alla lunga può risultare estraniante e davvero pericolosa. Soprattutto per chi ne fa un uso talmente massiccio da diventarne dipendente senza neanche rendersene conto. Questo non succede solo ai ragazzi, perché anche gli adulti che magari li contestano ne sono a loro volta schiavi. Il rischio vale per i singoli, ma ancora più preoccupanti sono i suoi effetti di massa. Il romanzo affronta, seppure alla leggera, temi come le fake news, l’assuefazione ai social e la manipolazione occulta a cui si può venire esposti tramite loro.
IL MONDO CONTRO di Jacopo Olivieri vi aspetta in libreria dal 3 settembre.