Vincitore di numerosi riconoscimenti, tra cui il SuperPremio Andersen e lo Strega Ragazze e Ragazzi, Davide Morosinotto continua a far sognare i suoi lettori. Dal vecchio West alla Preistoria, le storie nate dalla penna dello scrittore non deludono mai e anzi, grazie alle loro straordinarie ambientazioni e ai personaggi indimenticabili, continuano a raccogliere sempre più consenso.
Una nuova entusiasmante avventura, Il figlio del mare, ambientata nell’epoca «dell’empire à la fin de la décadence», attende i lettori che si troveranno a cavalcare tra le distese venete fino a raggiungere il mare Adriatico e vedere la nascita di una delle città più affascinanti del mondo: Venezia.
Come ti è venuta l’ispirazione per questo libro?
Io sono cresciuto a Este, una cittadina che si trova a meno di settanta chilometri da Venezia. È un posto normale, anzi, quando ero ragazzo mi sembrava abbastanza noioso, non succedeva mai niente…
Poi qualche tempo fa, per caso, ho scoperto che alla voce “Este” su Wikipedia si diceva che la città fosse stata attaccata e distrutta da Attila. Ma come: i barbari, proprio lì, proprio a casa mia?
È stato questo l’inizio di tutto. Poi, per la verità, studiando ho scoperto che Wikipedia ha un po’ esagerato: Attila passò più o meno da quelle parti, ma non ci sono molte prove… è tutto avvolto nella leggenda. Secondo questa leggenda, però, i contadini che fuggivano dalle pianure raggiunsero il mare e fondarono una delle città più famose del mondo: Venezia.
Raccontare Venezia è un omaggio voluto alla tua terra?
Senza dubbio, sì. Di solito ambiento le mie storie in posti molto lontani, ed è facile guardare la Cina, o l’Amazzonia, con occhi pieni di meraviglia. Ma casa tua? Il tuo mare, la tua laguna? È molto, molto più difficile…
Per me Venezia è sempre stata un posto del cuore, ma anche un posto dato quasi per scontato. Invece il mondo intero la guarda come uno dei luoghi più magici della Terra. Volevo provare a farlo anche io.
Come nasce un libro nella tua testa? Quanto tempo passa dall’idea alla stesura?
Nasce sempre da una cosa piccola, semplice, che però in qualche modo ti accende dentro. “Ma come, Attila nel mio paese?” Si parte da lì. E si comincia a studiare… Libri, romanzi, film, viaggi. Il tempo necessario per lo studio è variabile, dipende da quanto conosco già l’argomento, quindi in questo caso partivo avvantaggiato, perché la storia di Venezia l’avevo già studiata a fondo e ho dovuto solo approfondire il periodo che mi serviva. Diciamo un anno e mezzo.
Quanto studio c’è dietro per rendere l’ambientazione verosimile?
Parecchio, devo dire però che è una delle parti del mio lavoro che amo di più. Andare alla Biblioteca Marciana, in piazza San Marco, a spulciare libri vecchi di centinaia di anni alla ricerca delle mappe della laguna antica, è emozionante.
E oltre allo studio sono divertenti anche le esperienze dirette. Per questo libro, insieme a una ventina di colleghi del gruppo di Book on a Tree, ho frequentato per qualche giorno un corso di spada medievale. Molto utile: ho capito che dovevo ripensare da capo tutti i duelli del libro.
Quanto di te c’è in Pietro?
Pietro è il protagonista, ha quattordici anni ma ne dimostra diciassette o diciotto: è un gigante, alto e forte. È molto introverso e per questo le persone tendono a sottovalutarlo, a pensare che sia un po’ tonto, quando in realtà è il contrario. Anch’io sono introverso, ma a parte questo direi che non abbiamo molto in comune. Per fortuna: non mi divertirei a scrivere di me stesso, il bello del mio lavoro è conoscere altri animi e altri cuori.
Come presenteresti i tuoi personaggi ai lettori?
Pietro l’ho già presentato. Con lui c’è Giustina, che è la figlia di un nobile romano… È una ragazza piena di curiosità e voglia di conoscere il mondo, ma si scontra tantissimo con la società dell’epoca, in cui le ragazze venivano tenute in casa e non avevano voce in capitolo su quasi niente.
Lei e Pietro si ritrovano a viaggiare insieme e dovranno contare l’uno sull’altra.
Quali sono i tuoi top tre romanzi storici da consigliare?
Ah, sono la persona sbagliata per questa domanda. L’unica cosa che mi sento di dire è questa: non seguite i consigli ma andate in libreria o biblioteca, prendete un romanzo che vi ispira, leggetene tre righe. Se vi piace, lasciatevi catturare. E buon viaggio.
Buon viaggio quindi a tutti i lettori che vivranno, tra le pagine de Il figlio del mare, un’avventura epica, ricca di emozioni, duelli mozzafiato e meraviglia, la stessa provata da Pietro e dal popolo di Ateste quando hanno iniziato a veder sorgere la gloriosa Venezia.