Le sfide di Apollo: come nascono le copertine?

Le sfide di Apollo. La tomba del tiranno di Rick Riordan arriva in libreria il 5 novembre! Per l’occasione, abbiamo intervistato Daniele Gaspari, la mente e la mano dietro le copertine italiane della serie, per scoprire qualcosa di più sul processo di creazione. Ecco cosa ci ha raccontato!

Buongiorno Daniele, grazie di essere qui con noi! Il 5 novembre arriverà in libreria Le sfide di Apollo. La tomba del tiranno di Rick Riordan, e per te è un titolo speciale: la copertina è opera tua! Ci racconti com’è nata, e come s inserisce nel progetto di copertine dell’intera serie?
Grazie a voi per avermi invitato.
Il mondo di Rick Riordan occupa un ruolo importante del mio percorso da foto-illustratore ed è sempre curioso raccontare come nascono le sue copertine perché ognuna ha una storia singolare.
Potrei parlavene per giorni, ma cerco di essere breve.
Tutto parte dall’annuncio dell’uscita di un nuovo capitolo, ma nulla trapela oltre a questo. In Mondadori c’è fermento: di cosa si tratterà? Quali saranno i protagonisti? Dove si svolgerà la storia? L’uscita della cover americana è un punto di partenza. A distanza di qualche settimana iniziano a trapelare indizi intriganti: per questo titolo si parlava di passaggi sotterranei, di un tiranno, di una abbagliante luce purpurea…
Ci siamo staccati dal modello americano e abbiamo deciso di proseguire diversamente. “La cover dovrà essere PORPORA”, questa è stata la premessa.
Scommetto che molti di voi si chiederanno “ma che punto di partenza sarà mai la scelta di un colore?” La scelta di un colore è molto importante e determinante per molte cose. Pensate ad esempio ad una scena illuminata di rosso: dove immaginate di essere? Come la costruireste nella vostra mente? Ora pensate al blu… Verrete catapultati da tutt’altra parte, non è così?

Siamo sicuri che i lettori sono curiosi di saperne di più sul processo che porta dall’idea iniziale al libro finito e in libreria: quali sono i passaggi fondamentali?
Ci sono molti aspetti da tener conto. La prima cosa che i responsabili del progetto devono decidere è il tipo di illustrazione da attribuire alla cover: se una fotografia attira di più un pubblico adulto, un’illustrazione ad acquerello attira invece di più la fantasia dei piccoli. In Italia, nel caso dell’editoria per ragazzi e dei libri di Riordan, funzionano bene scene fanta-realistiche ed in questo caso la foto-illustrazione è una tecnica efficace.
Successivamente si passa all’analisi delle informazioni e viene stilato un briefing che viene consegnato all’illustratore dove riporta l’essenza delle decisioni, come dovrà essere la cover e cosa dovrà rappresentare. Nel mio caso c’è un rapporto particolare. Mondadori mi rende partecipe in tutte queste fasi e vengo chiamato a dare la mia opinione determinando alcune scelte.
Procedo poi impostando una bozza veloce per capire se la strada scelta è fattibile e se “spinge” a dovere (ovvero se funziona ed attira l’attenzione). Per fare questo prendo immagini da qualsiasi risorsa mi passi per le mani (internet, banche immagini, telefonino, ecc.), permettendomi di costruire scenari in pochi minuti. È una fase divertente! Potreste vedere Spiderman con la spada di Percy sull’Empire State Building… così, giusto per capire.
Approvata la bozza inizia la fase definitiva. Per questa cover ho utilizzato prevalentemente immagini on-line che ho scelto in base a criteri specifici. Gli elementi devono avere le caratteristiche descrittive ed essere corretti in luce e prospettiva. Se non trovo elementi soddisfacenti li devo creare in studio. Soltanto così si riesce ad avere il pieno controllo della qualità arrivando ad illustrare esattamente ciò che si ha in mente. Per esempio per Magnus Chase. Il martello di Thor ho creato autonomamente gli interi elementi, recandomi anche a Boston per fotografare gli elementi da inserire nell’ambientazione.
Per questa, come per tutte le cover di Riordan, il protagonista è stato fotografato in studio appositamente vestito, messo nella posa corretta con la prospettiva e le luci corrispondenti all’illuminazione della scena. La torcia è stata riprodotta tagliando un pezzo di legno con avvolto all’estremità un panno di juta, mentre il fuoco è stato aggiunto a computer.

Raccontaci qualcosa di più sul tuo lavoro e sul tuo percorso: quando è nata la passione per il disegno? Quali sono le tue tecniche preferite? Disegni anche a mano libera?
Non c’è un periodo o un avvenimento preciso ai quali posso attribuire la nascita di questa passione. Sono sempre stato attirato dall’arte in generale, in qualsiasi suo genere ed in qualsiasi sua disciplina: fotografia, pittura, scrittura, musica, cinema… Ma anche l’arte del commercio, dell’imprenditoria o della comunicazione. Da piccolo osservi tutto, da adolescente cerchi di comprendere, da grande cerchi di capire cosa ti piace. Poi cerchi di farne il tuo lavoro, perché senti che in quel preciso contesto hai qualcosa da dare. Nel mio caso però non capivo cosa mi piacesse fare, forse perché mi piaceva tutto. Questa situazione mi ha spinto a continue prove, continue sperimentazioni ed un giorno, a computer, ho iniziato a prendere pezzi di foto, incollarle fra loro, ed amalgamarle al meglio con le tecniche che allora conoscevo. Per la prima volta avevo ottenuto un’immagine interessante, un risultato preciso, gratificante. Avevo capito cosa mi piaceva e da qui è partito il mio percorso.

Molti dei nostri lettori sono piccoli, grandi artisti: hai un consiglio, o un messaggio, per coloro che sognano di diventare illustratori?
Seguite le vostre emozioni, ascoltate il vostro istinto, siate voi stessi e credete in quello che fate… Questo lo dicono tutti e se avete una forte desiderio non c’è nemmeno bisogno di suggerirvelo.
Metterle in pratica è più complicato ma posso darvi qualche consiglio. Qualsiasi cosa vogliate fare cercate e seguite sempre dei buoni esempi, anzi, i migliori. Dovete puntare in alto, e non riuscirete a farlo se vi accontentate. Siate sempre critici in ciò che fate, non trovate scuse, cercate il vostro difetto e miglioratelo. Questo vi permetterà, un giorno, di fare la differenza rispetto agli altri, di farvi notare. E anche di non rimanere “uno fra tanti”.
Concludo con un terzo consiglio: abbiate pazienza. Nella vita le scorciatoie non portano a nulla, se non a perdersi. Fate il vostro percorso e dimostrate sempre con i fatti le vostre capacità ed i loro progressi. Soltanto così avrete veramente qualcosa da mostrare e perché no? Un giorno, potreste essere scelti per illustrare le copertine dei libri che preferite!

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