Resistenza: libri per il 25 aprile dai 9 ai 12 anni

Il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione: grazie all’opera di partigiane e partigiani che hanno combattuto per porre fine all’oppressione nazifascista, oggi l’Italia è un paese libero.

La Resistenza è uno degli argomenti maggiormente studiati nelle classi di ogni scuola d’Italia: è importante dare testimonianza del nostro passato alle nuove generazioni.

In questo percorso di lettura, adatti da 9 a 12 anni, vi consigliamo alcuni libri per capire l’importanza di celebrare il 25 aprile.

Libri sulla Resistenza per ragazzi

Il bosco dove tutto cominciò. Storia di una famiglia partigiana di Tommaso Sacchi e Rossella Khöler (11+): sono ben due le storie vere di famiglia che Tommaso Sacchi e Rossella Köhler ci raccontano nel libro “Il bosco dove tutto cominciò. Storia di una famiglia partigiana”.

Tra le pagine troviamo la storia del nonno paterno di Tommaso, Edoardo, nome di battaglia Dado, che si è nascosto in un bosco da ragazzo per ribellarsi ai fascisti.

Conosciamo anche lo zio materno Gianpaolo, morto poco più che ventenne, che si è tolto la divisa dell’esercito diventando un ribelle per un dovere di libertà, democrazia e parità.

Oggi, lungo il cammino tracciato da Dado e Gianpaolo, cammina Tommaso, per raccontarci che ciascuno di noi può dare il proprio contributo per cambiare in meglio il mondo in cui vive.

Una bella resistenza di Daniele Aristarco (11+): da Bolzano fino a Lampedusa. Sedici tappe di un giro d’Italia (in treno), alla scoperta di altrettante storie di partigiane e partigiani che hanno “fatto” la Resistenza.

È un libro unico, ambizioso, avvincente e resistente, in cui Daniele Aristarco ci accompagna a conoscere vite straordinarie, per svelare il mistero di un attimo della nostra Storia, che ha cambiato per sempre l’Italia. Trovate un approfondimento con intervista all’autore sul nostro sito LeggendoLeggendo dedicato al mondo della scuola.

La guerra di Celeste di Marco Magnone (10+): un ragazzino di dodici anni dovrà capire se i buoni sono i Repubblichini, di cui la madre faceva da informatrice, oppure i partigiani. Trovate l’intervista a Marco Magnone di Davide Morosinotto qui.

Io non ci sto di Gabriele Clima (9+): il nonno di Giulia le racconta una vicenda della sua vita da giovane partigiano che assomiglia molto a quello che lei sta vivendo con il bullo del paese.

Crapa Pelata e la Banda dei Mille colori di Daniele Susini e Fulvia Alidori (6+): una favola che racconta la lotta al fascismo.

Fulmine, un cane coraggioso di Anna SarfattiMichele Sarfatti (6+): un racconto illustrato dove Fulmine, un cane molto intraprendente, vive vicende storicamente documentate che si concludono proprio il 25 aprile 1945.

Di che colore è la libertà?  di Roberto Piumini (3+): la storia di Bruno raccontata in poesia, che vede eserciti nemici passare davanti alla sua finestra.

Storia di una Storia

di Beatrice Masini

 

Una casa fuori dal tempo nasce da due curiosità incrociate, lasciate crescere a lungo, nutrite da sguardi e letture: il desiderio di immaginare la vita com’era nelle città dell’Impero romano, e com’era la vita per una ragazzina nell’Ottocento – che cosa sentiva, che cosa sapeva, che cosa poteva fare. Sono desideri che hanno qualcosa in comune: entrambi hanno i piedi affondati nella Storia.

Così a un certo punto è stato naturale intrecciare la storia di Vera, che arriva a Pompei dall’Inghilterra come compagna di avventure del fratello maggiore affascinato dall’archeologia, con quella di Ginestra che da Pompei non è mai andata via, legata com’è al paesaggio, alle pietre, alle rovine che custodiscono il segreto della sua identità. Vera è riservata ma anche irruenta, posata ma capace di slanci; Ginestra è un po’ selvatica, figlia della terra e del cielo, libera e leggera. Il loro incontro segna la nascita di un legame destinato a durare nonostante tutto.

E tra loro ci sono le indagini degli studiosi che vogliono restituire al mondo una città rimasta addormentata nei secoli, personalità diverse che incarnano atteggiamenti diversi nei confronti di ciò che è antico – patrimonio da conservare o materiale da commerciare; e ci sono gli dei, le presenze remote e imperscrutabili che osservano gli esseri umani e ridono delle loro pene forse per ignorare le proprie.

Poi c’è Pompei: quella che è stata, quella che è agli occhi degli stranieri che vengono da molto lontano per esplorarla, misurarla, scavarla, disegnarla. Protagonista quanto Vera e Ginestra, Caspian e Camilla, gelosa dei suoi segreti e dei suoi dolori rimasti per secoli al riparo della cenere pietrificata.

Questo è un romanzo storico che si prende parecchie libertà – le libertà della finzione – e che rende omaggio in modo più o meno esplicito a molti libri incontrati e visitati come si visitano le case degli altri, con attenzione e rispetto: perché noi scriviamo anche quello che leggiamo, dobbiamo leggere per poter scrivere, non siamo chi siamo senza i libri che diventano nostri per il solo fatto che li abbiamo letti.

Per esempio La fonte magica di Natalie Babbitt per il rischio dell’eternità; Lavinia di Ursula K. Le Guin per la passione nel raccontare un mondo remoto e avvincente; Stargirl di Jerry Spinelli, che mette in scena un’eroina dell’antibanale, e con lei altre ragazze di carta caparbie e indipendenti: Polissena, Miss Charity, Cassandra Mortmaine. Poi ci sono i prestiti: la figura della studiosa Camilla, che porta nel cantiere di Pompei caparbietà e generosità, è ispirata a una ragazza vera, Jane Harrison, archeologa inglese, studiosa del mondo greco e latino, raccontata benissimo da Mary Beard in The Invention of Jane Harrison. Il romanzo Il piccolo regno di Wu Ming 4 a sua volta parla, scegliendo un’altra cornice, di sonni disturbati e oggetti rubati; ma del resto anche nelle fiabe ci sono sempre gioielli che sono testimoni e talismani.

Questa storia accade nella prima metà del 1800, in un anno che non ho precisato per potermi prendere parecchie libertà. Per esempio, il primo calco di gesso che ha mostrato al mondo l’aspetto di alcune vittime dell’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C. è stato fatto da Giuseppe Fiorelli nel 1863, mentre io ho anticipato l’esperimento attribuendolo al buon modenese Ruffini, che è un personaggio d’invenzione. I nomi e le descrizioni di case e vie di Pompei sono ispirati a quelli veri ma sono per la gran parte immaginari, così come le composizioni di mosaici e affreschi e i luoghi in cui si trovano.

Caspian Briggs, il fratello della protagonista Vera, è un archeologo all’avanguardia: sa e racconta molte cose che in verità sono state scoperte, chiarite, accertate ben dopo il tempo della finzione in cui si muove col suo entusiasmo di giovane studioso. Se dice cose improprie perdonatelo: è colpa mia, non sua. Vera legge Cime tempestose di Ellis Bell, ovvero Emily Brontë, che è stato pubblicato nel 1847, e legge Goethe, già tradotto in inglese alla fine del Settecento; ascolta i Lieder di Schubert, morto nel 1828.

La regina archeologa che compare in modo fugace in un paio di scene è Maria Carolina d’Asburgo, che sposò re Ferdinando IV di Napoli nel 1768 e fu davvero un’appassionata degli scavi di Ercolano e Pompei. Infine, la statua che Vera e Caspian osservano con tanta reverenza nel loro viaggio verso sud in verità non abita in un villaggio della Campania ma in Sicilia, che è la terra del culto di Demetra: è la dea di Morgantina.

Io l’ho incontrata un pomeriggio ventoso di marzo del 2019 grazie alla gentilezza di una maestra e di suo marito che dopo una mattinata tra i bambini e le bambine in una bella vecchia scuola di San Cataldo mi hanno proposto una deviazione prima di tornare a Enna. L’isola era verde e azzurra, traboccava di possibilità, di primavera; siamo andati in auto tra eucalipti spettinati e colline fino a un piccolo museo, e la dea era là, al centro della sala, grandissima, trionfale, fermata a metà di un passo, non lontano dalla testa di Ade chiusa dentro una teca, un Ade con la barba di straordinari riccioli azzurri.

Non sapevo che fosse rimasta così con me finché non ho capito – ma è successo solo qualche mese fa – che la Demetra del romanzo doveva avere precisamente quelle sembianze. Non si sa se la dea di Morgantina sia Demetra o Persefone: e forse non è così importante. Niente di quello che vediamo o ci accade – o leggiamo – va perduto. A un certo punto semplicemente si trasforma.

Shoah: libri e storie per non dimenticare…

Il 27 Gennaio ricorre la Giornata della Memoria, un momento per commemorare le vittime dell’Olocausto. Vengono ricordati 15 milioni di vittime dell’Olocausto rinchiusi e uccisi nei campi di concentramento nazisti prima e durante la Seconda Guerra mondiale. Il genocidio degli ebrei viene chiamato Shoah.

Capire il passato ci aiuta a comprendere e fare qualcosa di positivo nel nostro futuro. Le nuove generazioni assistono  a discriminazioni importanti e la lettura può aiutare a parlarne, condividere, creare valori sui quali costruire un pensiero positivo e nuovi modelli.

Ecco una lista di titoli per parlare della guerra, della Shoah ai nostri giovani. Libri che servono per una riflessione, storie affascinanti e delicate che lasciano, attraverso i protagonisti, una traccia.

Come la graphic novel La guerra di Catherine, che tra parole e immagini narra l’avventura di una ragazzaebrea, fotografa in erba, nella Francia occupata; oppure Nebbia in Agosto, la storia vera di Ernst Lossa, il ragazzo che lottò contro i nazismo; la dolcissima favola di Otto, per introdurre la storia della Shoah ai più piccoli; l’intramontabile vicenda di Anne Franck a cura di Guia Risari; o le rime e le immagini di Anna e Michele Sarfatti in L’albero della memoria; il coraggio e la redenzione, oblio e memoria in Il piccolo birattinaio di Varsavia.

Storie, titoli, autori capaci di toccare nel profondo. Storie per non dimenticare.

Trovate qui tutti libri proposti.