Festa del papà 2024: regala un libro!

Festeggiamo tutti i papà regalando loro un libro da leggere insieme a bambine e bambini.

Stella stellina. Una dolcissima avventura di Nina e Dudù di Luca Argentero e Francesca Argentero: una favola della buonanotte da raccontare a bambine e bambini, scritta da Luca Argentero e illustrata dalla sorella Francesca Argentero.

Per la festa del papà 2024, i due autori hanno autografato 100 copie disponibili esclusivamente sul sito Mondadori Store: clicca qui per ordinare la tua copia con l’autografo.

L’ippocampo, un papà speciale di Eric Carle: un classico illustrato su un papà del mondo animale che accudisce le uova fino alla loro apertura.

Dello stesso autore, vi consigliamo anche Ti voglio bene papà.

Coccole di papà di Alberto Pellai e Barbara Tamborini: oltre alla storia, questo libro illustrato include il testo di una canzone dedicata al papà e un link per poterla ascoltare e cantare insieme. A fine libro un piccolo apparato curato dagli autori con alcuni consigli su come vivere al meglio la relazione papà-figlio/a.

Ti voglio bene papà di Beatrix Potter: una dolcissima poesia corredata dalle dolcissime illustrazioni dell’autrice scozzese, famosa per il personaggio di Peter Il Coniglio.

Rory il dinosauro e il suo papà di Liz Climo: una storia con uno stile semplice e ironico, capace di condensare in pochi tratti un racconto dolce e immediato, piace a grandi e bambini.

Sei troppo forte, papà! 39 attività + 1 per divertirsi insieme di Federico Taddia:  un libro che celebra il rapporto padre-figlio/a con tante attività intelligenti, acute e divertenti come piantare un albero, stirare una camicia, accendere un fuoco e fare le tagliatelle.

Intervista a Davide Morosinotto

Vincitore di numerosi riconoscimenti, tra cui il SuperPremio Andersen e lo Strega Ragazze e Ragazzi, Davide Morosinotto continua a far sognare i suoi lettori. Dal vecchio West alla Preistoria, le storie nate dalla penna dello scrittore non deludono mai e anzi, grazie alle loro straordinarie ambientazioni e ai personaggi indimenticabili, continuano a raccogliere sempre più consenso.

Una nuova entusiasmante avventura, Il figlio del mare, ambientata nell’epoca «dell’empire à la fin de la décadence», attende i lettori che si troveranno a cavalcare tra le distese venete fino a raggiungere il mare Adriatico e vedere la nascita di una delle città più affascinanti del mondo: Venezia.

Come ti è venuta l’ispirazione per questo libro?

Io sono cresciuto a Este, una cittadina che si trova a meno di settanta chilometri da Venezia. È un posto normale, anzi, quando ero ragazzo mi sembrava abbastanza noioso, non succedeva mai niente…

Poi qualche tempo fa, per caso, ho scoperto che alla voce “Este” su Wikipedia si diceva che la città fosse stata attaccata e distrutta da Attila. Ma come: i barbari, proprio lì, proprio a casa mia?

È stato questo l’inizio di tutto. Poi, per la verità, studiando ho scoperto che Wikipedia ha un po’ esagerato: Attila passò più o meno da quelle parti, ma non ci sono molte prove… è tutto avvolto nella leggenda. Secondo questa leggenda, però, i contadini che fuggivano dalle pianure raggiunsero il mare e fondarono una delle città più famose del mondo: Venezia.

Raccontare Venezia è un omaggio voluto alla tua terra?

Senza dubbio, sì. Di solito ambiento le mie storie in posti molto lontani, ed è facile guardare la Cina, o l’Amazzonia, con occhi pieni di meraviglia. Ma casa tua? Il tuo mare, la tua laguna? È molto, molto più difficile…

Per me Venezia è sempre stata un posto del cuore, ma anche un posto dato quasi per scontato. Invece il mondo intero la guarda come uno dei luoghi più magici della Terra. Volevo provare a farlo anche io.

Come nasce un libro nella tua testa? Quanto tempo passa dall’idea alla stesura?

Nasce sempre da una cosa piccola, semplice, che però in qualche modo ti accende dentro. “Ma come, Attila nel mio paese?” Si parte da lì. E si comincia a studiare… Libri, romanzi, film, viaggi. Il tempo necessario per lo studio è variabile, dipende da quanto conosco già l’argomento, quindi in questo caso partivo avvantaggiato, perché la storia di Venezia l’avevo già studiata a fondo e ho dovuto solo approfondire il periodo che mi serviva. Diciamo un anno e mezzo.

Quanto studio c’è dietro per rendere l’ambientazione verosimile?

Parecchio, devo dire però che è una delle parti del mio lavoro che amo di più. Andare alla Biblioteca Marciana, in piazza San Marco, a spulciare libri vecchi di centinaia di anni alla ricerca delle mappe della laguna antica, è emozionante.

E oltre allo studio sono divertenti anche le esperienze dirette. Per questo libro, insieme a una ventina di colleghi del gruppo di Book on a Tree, ho frequentato per qualche giorno un corso di spada medievale. Molto utile: ho capito che dovevo ripensare da capo tutti i duelli del libro.

Quanto di te c’è in Pietro?

Pietro è il protagonista, ha quattordici anni ma ne dimostra diciassette o diciotto: è un gigante, alto e forte. È molto introverso e per questo le persone tendono a sottovalutarlo, a pensare che sia un po’ tonto, quando in realtà è il contrario. Anch’io sono introverso, ma a parte questo direi che non abbiamo molto in comune. Per fortuna: non mi divertirei a scrivere di me stesso, il bello del mio lavoro è conoscere altri animi e altri cuori.

Come presenteresti i tuoi personaggi ai lettori?

Pietro l’ho già presentato. Con lui c’è Giustina, che è la figlia di un nobile romano… È una ragazza piena di curiosità e voglia di conoscere il mondo, ma si scontra tantissimo con la società dell’epoca, in cui le ragazze venivano tenute in casa e non avevano voce in capitolo su quasi niente.

Lei e Pietro si ritrovano a viaggiare insieme e dovranno contare l’uno sull’altra.

Quali sono i tuoi top tre romanzi storici da consigliare?

Ah, sono la persona sbagliata per questa domanda. L’unica cosa che mi sento di dire è questa: non seguite i consigli ma andate in libreria o biblioteca, prendete un romanzo che vi ispira, leggetene tre righe. Se vi piace, lasciatevi catturare. E buon viaggio.

Buon viaggio quindi a tutti i lettori che vivranno, tra le pagine de Il figlio del mare, un’avventura epica, ricca di emozioni, duelli mozzafiato e meraviglia, la stessa provata da Pietro e dal popolo di Ateste quando hanno iniziato a veder sorgere la gloriosa Venezia.

Nina&Olga: scopri subito i contenuti speciali!

Chi sono Nina&Olga?

Nina è una bambina molto curiosa e con una testa piena di ricci che vive nel Mondo di Sotto.
Nel Mondo di Sopra, insieme al Sole, alla Luna e alle zie Grigione, abita la Nuvola Olga.
Un giorno, guardando giù, Olga vede Nina rincorrere il suo cappello e decide di scendere ad aiutarla.
Sarà l’inizio di una grande amicizia!

Nina e Olga sono le protagoniste di due volumi firmati e illustrati da Nicoletta Costa:
Nina&Olga. Amiche speciali, che racconta il tenero incontro tra le due protagoniste e la nascita della loro amicizia;
Nina&Olga. Alla scoperta di lettere e numeri, che vedrà Nina e la Nuvola Olga alle prese con l’alfabeto e i numeri da 1 a 10.

E non è tutto! Nina e Olga saranno anche protagoniste della nuova serie animata Nina&Olga, con direzione artistica a cura di Nicoletta Costa, disponibile dal 13 settembre su RaiPlay e dal 27 settembre su Rai YoYo.
In attesa di scoprire le 52 puntate della serie (co-prodotta da Enanimation e Mondo TV Producciones Canarias S.L.), l’autrice ha riservato a voi lettori una sorpresa speciale: tre tavole da colorare e tre splendidi sfondi per i vostri schermi a tutto Nina&Olga da scaricare subito!

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Preparate i pennarelli, fate la punta alle matite… e poi tutti in libreria, per scoprire le prime due avventure di Nina e della Nuvola Olga!
In fine, cliccando qui su Nina&Olga, è possibile accedere al loro sito!

Internazionale KIDS a Reggio Emilia: i nostri appuntamenti!

Il 17, 18 e 19 settembre si terrà la prima edizione del festival di Internazionale Kids a Reggio Emilia, ai Chiostri di San Pietro. Tre giorni di incontri e scoperte per parlare di razzismo, ambiente, economia, sport, politica e molto altro. Tutti gli incontri sono gratuiti.
Per partecipare bisogna prenotarsi su Eventbrite.

Fabio Geda presenta Fai qualcosa! e I segreti di Acquamorta. Delitto al lago il 18 settembre alle 11 presso il Chiostro Piccolo. Prenotazione gratuita qui.

Manlio Castagna presenta 116 film da vedere prima dei 16 anni il 18 settembre alle 20:30 presso il Laboratorio aperto. In apertura sarà presentato il cortometraggio La Challenge, prodotto da IREN e Giffoni Innovation Hub. Prenotazione gratuita qui.

Federico Taddia presenta il libro Virusgame il 19 settembre alle 17 presso il Chiostro Grande. Prenotazione gratuita qui.

«Cambiando il modo in cui utilizziamo le parole, potremo cambiare il mondo.»

Marco Magnone è tornato in libreria questa primavera con Fino alla fine del fiato, un emozionante romanzo rivolto (non solo) agli adolescenti.
Avevamo scoperto come fosse nata l’opera grazie alla testimonianza dell’autore, ma non è finita qui!
Viviana Mazza lo ha intervistato in esclusiva per noi!

Questo libro è ispirato dalla strage nell’isola di Utoya, in Norvegia, dove un fanatico di estrema destra uccise sessantanove persone, soprattutto adolescenti. Perché anziché raccontare quella vicenda hai preferito immaginarne una simile ambientata in Italia?

Nel 2019 ho avuto la fortuna di incontrare alcuni sopravvissuti della strage compiuta dal terrorista Anders Breivik il 22 luglio 2011 – esattamente dieci anni fa – nel corso di un campo estivo, che come ogni estate si teneva sull’isola di Utoya, poco a nord di Oslo. Ragazzi e ragazze che all’epoca dell’attentato avevano quattordici o quindici anni, e che hanno condiviso con me il racconto di come sono riusciti a sopravvivere quel giorno, e di come in seguito sono tornati a vivere. A ritrovare il coraggio – dopo aver perso amici, sorelle, fidanzati – di aprire di nuovo la porta di casa, di tornare a uscire con gli amici, di innamorarsi ancora. Liberandosi da una paura che rischiava di segnali per sempre, diventando una prigione senza vie d’uscita. Le loro parole hanno iniziato a lavorare dentro di me, fino a farmi capire che quanto successo quel giorno e nei mesi seguenti era qualcosa che andava oltre alla cronaca del tempo e alle vicende politiche norvegesi. Era qualcosa di universale, un archetipo che metteva a confronto due opposti. Da una parte c’erano gli adolescenti che prendevano parte al campo, con la loro fame di vita che si manifestava nelle forme più varie, dall’organizzazione delle attività in cui impegnarsi alla voglia di socialità, tra nuove amicizie e primi amori. Dall’altra invece c’era un uomo in cui la fame di vita si era spenta, lasciandolo senza passioni e con l’unico argomento della violenza. Ecco, provare raccontare l’incontro tra i sogni dell’adolescenza e il loro esatto contrario era il mio intento. Sia nel momento della caduta, quello in cui quei sogni diventano incubi, sia in quello del riscatto, quando chi è sopravvissuto deve fare i conti col il ritorno alla vita. Per questo ho preso spunto dalla vicenda di Utoya e Breivik per andare oltre, dando vita a un’ambientazione che i miei lettori e le mie lettrici potessero sentire il più possibile vicina a loro: un campo estivo in montagna, come tanti organizzato da associazioni giovanili e studentesche per confrontarsi su cause come la lotta per l’ambiente e i diritti, o contro l’illegalità le diseguaglianze. Così sono nati anche i tre protagonisti di Fino alla fine del fiato, Seba, Filo e Marti. E a oggi credo proprio che, per il carico emotivo che mi portavo dietro, nessun altro personaggio mi abbia messo maggiormente alla prova di loro, come autore, e non solo.

Uno dei temi centrali è la difficoltà dei maschi ad esprimersi con le parole. Cosa significa essere ragazzo e poi uomo nella società di oggi? Sono tematiche sulle quali come scrittore, organizzatore di progetti di educazione alla lettura, ma anche come uomo e adesso anche come padre hai riflettuto molto?

È evidente come purtroppo la questione maschile sia ancora molto lontano dall’essere risolta. Troppi maschi infatti continuano a credere di poter tenere certi comportamenti, di poter utilizzare certe parole, di poter condividere certe idee nei confronti delle donne, per il semplice fatto che così è avvenuto in passato. Ma questo non è più possibile né giustificabile, e proprio noi uomini dovremmo essere in prima linea per opporci, e per contribuire a scrivere un’altra storia: una storia in cui tutti insieme proviamo a dare forma a un mondo migliore rispetto a quello che abbiamo ricevuto dalle generazioni precedenti. Per farlo dovremmo innanzitutto liberarci dagli stereotipi che ancora abitano, in modo più o meno consapevole, le teste di troppe persone. Come? Attraverso le parole. Le parole sono la base di tutto. Delle nostre opinioni, dei nostri comportamenti. Se io dico una cosa, e magari continuo a ripeterla ai miei amici, e la scrivo sui social, chi mi ascolta può pensare che quella determinata cosa sia normale, sia accettabile, al punto da iniziare a fare a sua volta lo stesso. Il problema è che troppe volte le parole che noi usiamo non sono affatto normali né accettabili. Sono parole che offendono altre persone, le discriminano, le isolano, fanno loro male. Parole violente che creano la base perché qualcuno, prima o poi, pensi che sia altrettanto normale passare dalla violenza verbale ad altre forme, ancora più gravi. È quello che ha fatto proprio Anders Breivik dopo anni in cui ha condiviso parole, idee e opinioni xenofobe, misogine, razziste e ultra-nazionaliste. Per impedire che orrori del genere possano ripetersi non ci resta che impegnarci, ognuno di noi, indipendentemente dall’età che abbiamo e la posizione che occupiamo, per cambiare il modo in cui utilizziamo le parole. Solo così potremo cambiare anche il mondo. Un pezzetto alla volta, un giorno dopo l’altro. Come scrittore, compagno e padre non posso far altro che partire da qui: pensare che se qualcosa è stato fatto in un certo modo fino a oggi, questo non significa affatto che sia giusto, e che non si possa – anzi si debba – fare meglio, d’ora in poi, per le vite che verranno.

La gravità dei cambiamenti climatici e l’importanza di pensare all’ambiente per il nostro futuro è uno dei temi più sentiti dalla generazione di cui parli nel tuo romanzo. Ma accanto a questo c’è il tema della dignità del lavoro, della disoccupazione e dalle difficoltà generate dai cambiamenti dell’economia e delle differenze di classe sociale. Anche queste sono riflessioni che emergono da questo tuo libro. Ne avevamo discusso in un incontro a Mare di Libri in cui tu eri il moderatore e io la speaker con il mio libro su Greta Thunberg. Adesso mi piacerebbe conoscere le tue idee su questo tema!

Io credo fortemente che i diritti delle persone non possano in nessun caso esser messi in contrapposizione l’uno con l’altro. A questo proposito pensare che si debba scegliere tra la lotta per l’ambiente e quella il lavoro è una grossa bugia, per un motivo molto semplice: ognuno di noi ha il diritto di ambire a una vita dignitosa, e una vita dignitosa significa un equilibrio tra diverse cose. Per esempio il diritto alla salute, nostra e di chi verrà dopo di noi, che non possono essere garantite senza un cambiamento dei sistemi produttivi e delle abitudini individuali nell’ambito di una maggiore sostenibilità ambientale. Ma anche il diritto a una maggior inclusione sociale, che non può esistere se non saremo in grado di ridurre le inaccettabili diseguaglianze tra chi ha molto, e chi troppo poco. Ecco, io credo che chi sostiene si debba scegliere tra diritti, come per esempio tra ambiente e lavoro, lo faccia sotto sotto per dividere le persone che si impegnano per un reale cambiamento, così da mantenere lo status quo, e magari continuare a godere dei propri piccoli o grandi privilegi che altrimenti teme di perdere. I diritti non sono una risorsa limitata, che da contenderci l’uno con l’altro come in una guerra tra poveri prima che finiscano. Al contrario sono un bene comune, che dovremmo difendere insieme, nel loro complesso. Perché ogni volta che viene negato un diritto a qualcuno, a perderci non sono solo i diretti interessati ma tutti, anche chi pensa di non essere coinvolto. E invece lo è eccome, dal momento che altrimenti quel qualcuno a cui potrebbe venir tolto il prossimo diritto, prima o poi, potremmo essere proprio noi.

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Fino alla fine del fiato di Marco Magnone è in libreria.

La signora delle comete: scopri la sua storia!

Amalia Ercoli Finzi, classe 1937, Grand’Ufficiale della Repubblica e professoressa emerita al Politecnico di Milano, è la signora delle comete.

Prima donna a laurearsi in Ingegneria aeronautica in Italia, è consulente della NASA, dell’ESA e dell’ASI. È tra i principali Investigator della Missione Rosetta, che porta con successo una trivella da lei progettata sul dorso di una cometa lontana 500 milioni di chilometri dalla Terra.
La sua storia, intima e appassionante, è un invito a seguire il proprio intuito e a brillare come le stelle più luminose.

Un racconto che vede intrecciarsi due voci, quelle di Amalia e della figlia Elvina, che, alternandosi, raccontano la storia di una famiglia a partire dagli anni del dopoguerra. Epoca in cui erano ancora molte le cose “poco adatte alle ragazze”… e in cui erano tante le donne che stavano ferme, aspettando che qualcuno le salvasse.
In quello scenario, una bambina minuta e caparbia, spinta da un’inarrestabile curiosità, decide di dedicare la sua vita allo studio dell’Universo.
Il suo esempio diventa un faro da seguire per la figlia che, in epoca diversa, con metodo e passione, ne percorre le orme nel campo delle scienze.

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Oltre le stelle più lontane di Amalia Ercoli Finzi ed Elvina Finzi è in libreria.

Alma del vento: un’avventura straordinaria

“Alma del vento” è il nuovo romanzo di Timothée De Fombelle. L’autore, già finalista al Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020 nella categoria 6+ con Capitano Rosalie, torna con una storia che sa di avventura e scoperta.

È il 1786. Alma vive con la sua famiglia in una vallata africana isolata dal mondo, finché il fratellino trova l’unica via di uscita e scompare.
Alma si mette allora sulle sue tracce, scoprendo che gruppi di cacciatori ashanti imprigionano tutti quelli che incontrano per venderli ai trafficanti di schiavi.
Oltretutto, Alma e i suoi sono prede preziose perché hanno dei “doni”. Qualcuno fa crescere la vegetazione, qualcuno ha invece un canto ammaliatore…

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Intanto, a Lisbona, il ladruncolo Joseph Mars riesce a farsi imbarcare sulla nave negriera Douce Amélie- Il suo scopo? Trovare un favoloso tesoro…
Anche il capitano della nave, Lazare Gardel, sta cercando un tesoro, quello del pirata Luc de Lerne.
Mentre tutti cercano qualcosa, le esistenze di Alma e Joseph si intrecciano per terra e per mare. In un turbine di avventure che li porterà a scoperte straordinarie.

Illustrato da François Place, Alma del vento è un romanzo d’avventura per lettori sognatori. Un’avventura pronta a trasportarli in Africa, in Portogallo, in mezzo all’oceano.
Siete pronti a partire?

Fino alla fine del fiato

Fino alla fine del fiato è il nuovo romanzo di Marco Magnone, in libreria da oggi. A raccontarvelo è l’autore, che condivide con voi la storia della sua genesi, ma non solo!

Che cos’è l’adolescenza?
L’età dei grandi sogni e di altrettanto grandi passioni, che siano forti amicizie oppure primi amori, speranze o utopie.
Durante l’adolescenza tutto sembra possibile, e il futuro un luogo amico, a portata di mano.
Questo è il mondo in cui vivono Seba, Filo e Marti – i protagonisti di Fino alla fine del fiato, il mio nuovo romanzo – quando partono per l’Isola, un campo estivo che si tiene ogni anno in montagna, non lontano da dove vivono. Quello che non sanno, è che dopo l’adolescenza c’è l’età adulta. Dove troppo spesso le amicizie si sfaldano, gli amori si infrangono, le speranze vengono disilluse, le utopie evaporano. Cosa resta in quei casi? La paura. La rabbia. L’amaro in bocca di una vita che non è andata come avresti voluto. E allora, tutto ciò che cerchi è qualcuno cui dare la colpa.

“Questo è quello che fanno le armi: sparano. Di solito lo fanno alle persone, che di solito muoiono. Anche se non è una scelta loro, delle armi. Alle armi non frega niente. Sono altre persone a volerlo. Sempre. Per le ragioni più diverse, o anche per nessuna. In fondo, però, questionare sulle ragioni non fa molta differenza. Né per chi se ne va, né per chi resta.”

Fino alla fine del fiato inizia così, e racconta di cosa succede ai sogni di alcuni ragazzi quando si trovano di fronte all’odio di un uomo.
Si trasformano in incubi. Dai quali, anche dopo esserti risvegliato, non riesci a liberarti.
Questa storia è nata durante un viaggio fatto in Norvegia nel 2019, quando ho incontrato giovani uomini e giovani donne che alcuni anni prima erano sopravvissuti a un terribile attentato terroristico. Quello avvenuto su una piccola isola poco a nord di Oslo, Utøya, il 22 luglio del 2011, quando Anders Behring Breivik – un terrorista di estrema destra – ha tolto la vita a sessantanove persone. La maggior parte delle quali aveva tra i tredici e i diciotto anni.

Fino alla fine del fiato è dedicato a loro, ma non è la loro storia.
È la storia di come l’adolescenza possa essere non soltanto la stagione dove nascono grandi sogni destinati presto a finire.
Ma anche quella da cui attingere la forza e il coraggio necessari a non tradirli.

Marco Magnone

Kamala Harris: scopri la sua storia da Bambina Ribelle!

Kamala Harris è, dal 20 gennaio 2021, la prima vicepresidente donna e la prima vicepresidente asio-americana della storia degli Stati Uniti d’America.
E chi più di lei incarna lo spirito dell’8 marzo, e quello di una vera Bambina Ribelle?
Per questa giornata, ma anche per le altre 364 dell’anno, questo è il nostro regalo per voi lettrici e lettori.
Una “Storia della buonanotte per bambine ribelli” esclusiva e inedita, non inclusa nei volumi in libreria.
E che potete scaricare  stampare qui, per inserirla nel vostro volume e renderlo ancora più ribelle!

C’era una volta una bambina che partecipava alle manifestazioni per i diritti civili ancor prima di essere nata.
Quando venne alla luce, i suoi genitori, che erano originari dell’India e della Giamaica, la portarono alle proteste.
Mentre intonavano slogan insieme agli altri manifestanti, la piccola Kamala li guardava dal suo passeggino con gli occhi spalancati.
Col tempo Kamala diventò troppo grande per il passeggino e si avventurò per le strade di Oakland, in California, da sola.

Sapeva già di voler diventare qualcuno capace di aiutare gli altri nei momenti difficili.
Kamala andò alla Howard University, a Washington DC, e seguì le orme di molti famosi avvocati afroamericani che l’avevano preceduta.
Successivamente, fece uno stage a Capitol Hill, la sede del governo degli Stati Uniti.

Ogni giorno passava a piedi davanti al palazzo della Corte Suprema, su cui sono incise le parole “Uguale Giustizia Grazie alla Legge”.
Kamala rimuginava su come poter essere sicuri che quelle parole fossero vere per tutti.
Seguì i suoi sogni e diventò avvocato.

In tribunale faceva sempre domande difficili, sfidando accaniti avversari con i suoi discorsi. Kamala pretendeva sempre di essere ascoltata.
Decise di fare carriera e fu eletta primo procuratore… e diventò il primo procuratore distrettuale donna dell’area di San Francisco, sconfiggendo il suo vecchio capo.
Qualche anno dopo si candidò per il posto da procuratore generale dello Stato della California – e vinse!
E infine puntò ancora più in alto. Fu eletta al Senato degli Stati Uniti d’America.
Nel 2020 Joe Biden la scelse per la vicepresidenza quando si candidò alle elezioni presidenziali.
La potente accoppiata ha vinto, e Kamala è diventata la prima donna e la prima persona nera ad aver mai occupato quella prestigiosa posizione.

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In cammino con Michael Rosen

In cammino, per scelta o per necessità. È questa la condizione del migrante, al centro della nuova antologia poetica di Michael Rosen.

Incentrata su migrazione e sfollamento, questa raccolta affronta il tema da ogni lato attraverso una struttura in quattro parti.  Nella prima parte, l’autore attinge alla sua infanzia, al suo venire da una famiglia polacca di prima generazione trapiantata a Londra. Prosegue con il narrare, con i suoi versi, la sua percezione della guerra da ragazzo. Ricorda poi i suoi parenti “scomparsi” e riflette sull’olocausto. Infine, apre la prospettiva al mondo “in cammino”, e alle esperienze globali di migrazione.

Ma questa raccolta è anche una riflessione sull’insensatezza della guerra. È un viaggio fra le paure e gli interrogativi di chi ancora oggi è costretto a scappare in una terra straniera, spesso diffidente e crudele. È il ricordo di volti, profumi, sapori di un’infanzia mai dimenticata. E della melodia che si produce tra lingue e culture diverse che si incontrano.

«Tutti provengono da qualche parte.
Tutti hanno un passato.
Tutti all’inizio sono da qualche parte.
Tutti sono da qualche parte alla fine.»

Il libro è accompagnato dalle illustrazioni lievi e toccanti di Quentin Blake e viene proposto nella traduzione d’autore di Roberto Piumini.